Sintesi del foglietto illustrativo di 034123012 - PROPAFENONE RATIO*30CPR 150MG

Denominazione

PROPAFENONE RATIOPHARM COMPRESSE RIVESTITE 150 mg

Categoria farmacoterapeutica

Antiaritmici.

Principi attivi

Propafenone Cloridrato: 150 mg (equivalente a propafenone base 135,552 mg).

Eccipienti

Amido di mais, copovidone, croscarmellosa sodica, magnesio stearato, silice colloidale, ipromellosa, titanio biossido, polietilenglicole 6000.

Indicazioni

Prevenzione e trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di W.P.W., quando associate a sintomi disabilitanti.

Controindicazioni/eff.secondar

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Insufficienza cardiaca manifesta, shock cardiogeno (ad eccezione di quello provocato da aritmia), grave bradicardia, nei primi tre mesi dopo un infarto del miocardio o in caso di compromissione della funzione cardiaca (volume di eiezione ventricolare sinistra inferiore al 35%), oltre che in pazienti affetti da aritmie ventricolari che possono metterne in pericolo la vita, gravi disturbi preesistenti della conduzione dell'eccitamento a livello senoatriale, atrioventricolare ed intraventricolare, malattia del nodo del seno atriale (sindrome bradicardia-tachicardia), blocco di branca (senza impianto di pacemaker), sindrome del nodo del seno (senza impianto di pacemaker), disturbi manifesti del bilancio elettrolitico (es. compromissione del metabolismo del potassio), gravi pneumopatie ostruttive, marcata ipotensione, miastenia grave, accertata ipersensibilita' verso i componenti del farmaco o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Generalmente controindicato in gravidanza. Controindicato durante l'allattamento.

Posologia

Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata e' di 450 - 600 mg (una compressa da 150 mg, tre o quattro volte al giorno). Occasionalmente puo' essere necessario un aumento della dose giornaliera fino a 900 mg (due compresse da 150 mg tre volte al giorno). Questa dose giornaliera puo' essere superata solamente in casi eccezionali sotto stretto controllo cardiologico. Questi dosaggi si riferiscono a pazienti con peso corporeo di circa 70 Kg. Le dosi giornaliere dovranno essere ridotte proporzionalmente per pazienti con peso corporeo inferiore. La dose individuale di mantenimento dovra' essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente ripetute valutazioni elettrocardiografiche e rilievi della pressione arteriosa (fase di aggiustamento posologico). Se la durata dell'intervallo QRS e' prolungata di oltre il 20% o l'intervallo QT corretto per la frequenza e' prolungato oppure in caso di blocco AV di 2^ o 3^ grado, la dose dovra' essere ridotta o sospesa fino alla normalizzazione del tracciato elettrocardiografico. In pazienti anziani o in pazienti con significativa compromissione della funzione ventricolare sinistra (LVEF < 35%) o una malattia strutturale miocardica, la dose, cosi' come per altri farmaci antiaritmici, dovra' essere aumentata gradualmente ponendo speciale controllo durante la fase iniziale del trattamento. In pazienti con compromissione della funzionalita' epatica e/o renale, le usuali dosi terapeutiche possono portare ad accumulo. Tali soggetti possono comunque essere controllati in maniera soddisfacente con il medicinale con un monitoraggio ECG e la determinazione della concentrazione plasmatica di propafenone. Per via del loro sapore amaro e per via dell'effetto anestetizzante locale del principio attivo, le compresse devono essere inghiottite intere, non succhiate o masticate con sufficiente liquido (es. un bicchiere di acqua), a stomaco pieno. E' indicato per la terapia orale di mantenimento e per la prevenzione di recidive.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

In pazienti anziani e pazienti con grave danno miocardico, il dosaggio deve essere particolarmente prudente e graduale durante la fase di titolazione. Nel trattamento della fibrillazione atriale parossistica, nel passaggio da fibrillazione atriale a flutter atriale, si puo' verificare lo sviluppo di una conduzione al ventricolo di 2:1 o 1:1, con una consequenziale frequenza ventricolare molto rapida (es. >=180 battiti per minuto). La frequenza e la soglia di sensibilita' dei pace-makers possono subire alterazioni durante la terapia. Percio' il funzionamento dei pace-makers dovra' essere opportunamente modificato e controllato di conseguenza. In caso di pregresso infarto miocardico, l'uso di Propafenone deve essere limitato al trattamento delle aritmie ventricolari che mettono in pericolo la vita del paziente. In pazienti che presentano una alterata funzionalita' epatica o renale, puo' verificarsi accumulo di farmaco con la somministrazione di dosi terapeutiche di Propafenone. Tuttavia, sotto costante controllo elettrocardiografico, questi pazienti possono essere trattati con Propafenone a dosi ridotte.

Interazioni

In caso di impiego contemporaneo di anestetici locali (per esempio durante l'impianto di pace-makers, interventi chirurgici od odontoiatrici) nonche' di altri farmaci che determinano un effetto inibitorio sulla frequenza cardiaca e/o sulla contrattilita' (per esempio beta-bloccanti, antidepressivi triciclici) deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di un potenziamento dell'effetto di Propafenone. Sono stati riscontrati aumenti dei livelli plasmatici di propanololo, metoprololo, desipramina, ciclosporina e digossina a seguito della somministrazione contemporanea di questi farmaci con propafenone. In un caso, in seguito alla somministrazione addizionale di propafenone cloridrato la concentrazione plasmatica di teofillina e' raddoppiata. Ad ogni segno di sovradosaggio delle rispettive sostanze, devono essere determinate le appropriate concentrazioni plasmatiche e deve essere eseguita una riduzione della dose se necessario. Un aumento della concentrazione plasmatica di Propafenone e' stata riscontrata durante trattamento simultaneo con principi attivi che ne inibiscono il metabolismo bloccando gli isoenzimi CYP2D6, CYP1A2, CYP3A4 es. cimetidina, chinidina o chetoconazolo, eritromicina e succo di pompelmo. La somministrazione concomitante di propafenone cloridrato e fenobarbital o rifampicina puo' attenuare l'attivita' antiaritmica di propafenone cloridrato, a causa di una riduzione della concentrazione plasmatica di propafenone cloridrato. Gli anticoagulanti orali (es. fenprocumone, warfarin) possono interagire con propafenone, con conseguente potenziamento dell'effetto anticoagulante. Si raccomanda quindi di controllare accuratamente i parametri della coagulazione di quei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti orali e propafenone. Il propafenone e' controindicato in co-somministrazione a 800-1200 mg/die di ritonavir per il potenziale aumento delle concentrazioni plasmatiche. La terapia di combinazione di amiodarone e propafenone puo' avere effetti sulla conduzione e sulla ripolarizzazione cardiaca e condurre ad anomalie potenzialmente proaritmiche. Possono essere richiesti degli aggiustamenti posologici per entrambi i composti sulla base della risposta terapeutica. L'uso concomitante del propafenone e della lidocaina non hanno eidenziato effetti sulla farmacocinetica. Tuttavia, la cosomministrazione del propafenone e della lidocaina in infusione endovenosa ha riportato un aumento del rischio di eventi avversi sul sistema nervoso centrale. Il fenobarbital e' conosciuto come un induttore della CYP3A4. Si richiede un attento monitoraggio della risposta alla terapia con propafenone durante la cosomministrazione con fenobarbital. La somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e fluoxetina nei soggetti con estesa metabolizzazione incrementa i valori di Cmax e AUC del S propafenone del 39 e 50% e di Cmax ed AUC del R propafenone del 71 e 50% rispettivamente. L'uso concomitante con paroxetina puo' provocare un aumento del livello plasmatico di propafenone. Basse dosi di propafenone possono essere sufficienti per provocare la risposta terapeutica desiderata.

Effetti indesiderati

Per la valutazione degli effetti indesiderati sono utilizzate le seguenti categorie di frequenza: Molto comune (>= 10%), Comune (>= 1.0 - <10%), Non comune (>= 1/1.000, <1/100) Raro (>=0.01 - <0.1%). >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: leucocitopenia, granulocitopenia o trombocitopenia che sono reversibili dopo interruzione della terapia con propafenone cloridrato, agranulocitosi. >>Disturbi del sistema immunitario. Raro: aumento degli anticorpi antinucleo. >>Disturbi psichiatrici. Comune: anoressia; Non comune: affaticamento, disturbi psicologici, come ansia e confusione, agitazione, incubi e disturbi del sonno. >>Patologie del sistema nervoso. Comune: parestesie; Non comune: sintomi extrapiramidali, atassia; Molto raro: sintomi crampo-simili a seguito di sovradosaggio. >>Patologie dell'occhio. Comune: disturbi visivi. >>Patologie cardiache. Comune: patologie della regolazione circolatoria con una tendenza all'ipotensione, che si verificano quando il paziente e' in posizione verticale e che sono precipitate da lunghi periodi in piedi (sindrome ortostatica), in particolare nei pazienti anziani con compromissione della funzionalita' del miocardio; vertigini, sincope, dolore toracico; effetti proaritmici possono verificarsi sotto forma di aritmie cardiache modificate o aumentate, che possono portare a grave compromissione della funzionalita' cardiaca, a volte con conseguente arresto cardiaco; questi effetti proaritmici sono caratterizzati sia da bradicardia, disturbi di conduzione dello stimolo (ad esempio seno-atriale, atrio-ventricolare o blocco intraventricolare) o da frequenza cardiaca accelerata (ad esempio, la reiterazione di tachicardia ventricolare). L'insufficienza cardiaca puo' peggiorare. Raro: flutter o fibrillazione ventricolare. >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispnea nei pazienti con tendenza al broncospasmo. >>Patologie gastrointestinali. Comune: patologie gastrointestinali (per esempio perdita di appetito, nausea, conati di vomito, sensazione di sazieta', stipsi, dolore addominale), secchezza della bocca, sapore amaro e intorpidimento della bocca, soprattutto a seguito di un alto dosaggio iniziale. >>Patologie epatobiliari. Non comune: colestasi come sintomo di reazione allergica/iperergica e/o compromissione della funzionalita' epatica (aumento degli enzimi epatico-specifici, come ad esempio delle transaminasi sieriche, fosfatasi alcalina), ittero ed epatite. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee allergiche (ad esempio, arrossamento, prurito, esantema, orticaria); Raro: sindrome lupus eritematoso simile. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Raro: diminuita potenza sessuale e diminuzione della conta degli spermatozoi (in seguito a somministrazione ad alte dosi di propafenone cloridrato), che sono reversibili dopo interruzione del trattamento. Poiche' il trattamento con propafenone cloridrato puo' essere di vitale importanza, questo medicinale non puo' essere sospeso senza consultare il medico a causa del verificarsi di questo effetto indesiderato. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre; Non comune: mal di testa. In rare occasioni, particolarmente con elevate dosi iniziali, si e' verificato gonfiore gastrointestinale ed in pazienti anziani e' stata occasionalmente osservata distonia posturale.

Gravidanza e allattamento

Vi e' una esperienza clinica insufficiente dell'uso durante la gravidanza e l'allattamento. Nei pochi casi a disposizione pubblicati, in gravidanza e durante l'allattamento non ci sono state complicazioni ed i neonati sono risultati clinicamente normali. Gli studi sugli animali non hanno dimostrato alcun danno prenatale o perinatale alla prole ad una dose clinicamente rilevante. Poiche' il propafenone attraversa la barriera placentare ed e' escreto nel latte materno, devono essere comunque valutati i benefici della terapia durante la gravidanza o l'allattamento rispetto ai potenziali rischi per il bambino. Durante la gravidanza la prescrizione di Propafenone-ratiopharm deve essere effettuata nei casi di riconosciuta ed effettiva necessita', sotto diretto controllo medico. A motivo dei potenziali gravi effetti indesiderati sul neonato, il medico dovrebbe decidere se fare interrompere l'allattamento o l'impiego del farmaco, considerando l'importanza di quest'ultimo per la madre.