Sintesi del foglietto illustrativo di 027980034 - ADALAT CRONO*14CPR 20MG RM

Denominazione

ADALAT CRONO COMPRESSE A RILASCIO MODIFICATO

Categoria farmacoterapeutica

Calcio antagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare.

Principi attivi

Nifedipina.

Eccipienti

Polietilene ossido, ipromellosa, magnesio stearato, sodio cloruro, ferro ossido rosso (E172), cellulosa acetato, macrogoli, idrossipropilcellulosa, titanio diossido, glicole propilenico.

Indicazioni

Trattamento della cardiopatia ischemica : angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo); trattamento dell' ipertensione arteriosa.

Controindicazioni/eff.secondar

Il prodotto non deve essere assunto nei casi di ipersensibilita' alla nifedipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza accertata (fino alla 20a settimana) o presunta ed allattamento. Il farmaco non deve essere assunto nei casi di shock cardiovascolare; non deve essere usato in pazienti con tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia). La nifedipina non deve essere usata in combinazione con la rifampicina perche' a causa dell'induzione enzimatica non vengono raggiunti livelli plasmatici efficaci di nifedipina.

Posologia

Modo di somministrazione: uso orale. Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Inoltre, in relazione al quadro clinico, la dose deve essere raggiunta gradualmente. Salvo diversa prescrizione medica, per l'adulto valgono le seguenti direttive posologiche: Cardiopatia ischemica - angina pectoris cronica stabile: 1 cpr al di' (angina da sforzo). La dose puo' essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Ipertensione arteriosa: 1 cpr 30 mg al di'. In alcuni casi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. In generale la terapia deve essere iniziata con 30 mg una volta al giorno. Una dose iniziale di 20 mg al giorno puo' essere presa in considerazione quando clinicamente indicato. Dosi intermedie es. 40 mg, 50 mg possono essere date da combinazioni, per esempio di compresse da 20+20 mg o 20+30 mg. In caso di somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP 3A4, puo' essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina o addirittura evitarne l'uso. Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico. Durata del trattamento: la durata del trattamento deve essere stabilita dal medico. Modalita' d'uso: la compressa a rilascio modificato deve essere inghiottita intera con un po' di liquido, indipendentemente dall'orario dei pasti. Evitare il succo di pompelmo. Bambini e adolescenti: la sicurezza ed efficacia al di sotto dei 18 anni di eta' non e' stata dimostrata. Pazienti anziani: poiche' la farmacocinetica della nifedipina e' modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti eta' piu' giovani. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica: poiche' la nifedipina e' quasi completamente metabolizzata nella parete intestinale e nel fegato, nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: poiche' la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene in piccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non e' necessario un adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalita' renale.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

Avvertenze

Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di manifesta insufficienza cardiaca e in quei pazienti con stenosi aortica grave. E' necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, per la possibilita' di un'eccessiva caduta pressoria, che puo' nuocere sia alla madre che al feto. La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. Il trattamento con nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alle terapie standard. Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilita' di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la 20a settimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e deve essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci. L'uso della nifedipina non e' raccomandato durante l'allattamento perche' e' stato dimostrato che la nifedipina viene escreta nel latte materno e gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantita' di nifedipina non sono noti. In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. Il farmaco e' contenuto all'interno di un guscio non assorbibile che rilascia lentamente il principio attivo da assorbire. Una volta completato il processo, la compressa vuota viene eliminata e puo' essere notata nelle feci. Come per altri materiali non deformabili deve essere usata prudenza qualora si somministri a pazienti con gravi stenosi del tratto gastrointestinale poiche' possono insorgere sintomi ostruttivi. In casi molto rari puo' verificarsi formazione di bezoari, concrezioni sferiche di materiale estraneo ingerito che si formano nello stomaco e non riescono a transitare attraverso l'intestino, che possono richiedere la terapia chirurgica. In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario, il prodotto puo' produrre falsi positivi (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi). Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche la riduzione del dosaggio. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscono o inducono questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. Farmaci inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio: antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina); inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir); antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo); gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina; quinupristin/dalfopristin; acido valproico; cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata la riduzione della dose di nifedipina. Le compresse contengono sodio. L'assunzione del dosaggio massimo giornaliero di 120 mg comporta un apporto massimo di sodio di 2 mmol/die. E' necessario, quindi, tenerne conto nei pazienti che richiedano un apporto di sodio controllato.

Interazioni

>>Effetti di altri farmaci sulla nifedipina. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. La rifampicina riduce sensibilmente la biodisponibilita' della nifedipina, riducendone la sua efficacia: l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. In caso di co-somministrazione dei seguenti farmaci, deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Non e' stato condotto nessuno studio sull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi. E' noto come alcuni macrolidi inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450 3A4 per cui non si puo' escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di co-somministrazione dei due farmaci. L'azitromicina e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. Non e' stato condotto uno studio per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e certi inibitori delle proteasi anti-HIV. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4 e il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Quando siano co-somministrati con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nifedipina e certi antimicotici azolici non e' stato ancora eseguito. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio. Non e' ancora stato condotto uno studio per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. La fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4: non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della co-somministrazione dei due farmaci. Uno studio sull'interazione tra nifedipina e nefazodone non e' stato ancora eseguito: non si puo' escludere un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina, in seguito alla co-somministrazione dei due farmaci. La co-somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare elevazione delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. Non sono stati condotti studi tesi a valutare la potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico: non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina. La cimetidina eleva i livelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo. La co-somministrazione di cisapride e nifedipina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina. La co-somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' della nifedipina. Qualora i due farmaci vengano co-somministrati, la risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se necessario, la sua dose aumentata. Analogamente, qualora il dosaggio della nifedipina venga incrementato durante la co-somministrazione dei due farmaci, andra' considerata una riduzione nella dose di nifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina. Non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nifedipina e carbamazepina o fenobarbitale: non si puo' escludere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina. >>Effetti della nifedipina su altri farmaci. La nifedipina puo' accentuare l'effetto ipotensivo di altri antipertensivi somministrati in associazione, quali diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina 1, altri calcio-antagonisti, alfa- bloccanti, inibitori della PDE5, alfa-metildopa. Qualora si associ a beta-bloccanti, il paziente dovrebbe essere accuratamente sorvegliato poiche' potrebbe manifestarsi ipotensione di grado elevato. Si puo' verificare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca. La co-somministrazione di nifedipina e digossina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina: aggiustare il dosaggio di digossina. Chinidina: sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione plasmatica di chinidina e di aggiustarne il dosaggio. La pressione arteriosa va attentamente controllata qualora la chinidina venga ad essere associata ad una preesistente terapia con nifedipina: se necessario, il dosaggio della nifedipina va ridotto. Il tacrolimus viene metabolizzato attraverso il sistema del citocromo P450 3A4, il dosaggio di tacrolimus puo' essere ridotto quando esso sia co-somministratocon nifedipina: controllare le concentrazioni plasmatiche di tacrolimus considerando la riduzione del tacrolimus. >>Interazioni con alimenti. L'assunzione contemporanea di succo di pompelmo e nifedipina produce un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina e ne prolunga l'azione, l'effetto antiipertensivo puo' risultare aumentato: il consumo di pompelmo/succo di pompelmo dev'essere evitato durante il trattamento con nifedipina. >>Interazioni che sono state escluse. Non sono stati dimostrati effetti sulla farmacocinetica della nifedipina quando co-somministrata a: acido acetilsalicilico 100 mg, benazepril, doxazosin, orlistat, pantoprazolo, ranitidina, talinololo o triamterene idroclorotiazide. Non sono stati dimostrati effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica della nifedipina quando somministrata contemporaneamente ad omeprazolo o rosiglitazone. La co-somministrazione di nifedipina ed ajmalina non ha effetto sul metabolismo dell'ajmalina. La co-somministrazione di nifedipina e debrisochina non ha effetto sul metabolismo della debrisochina. La co-somministrazione di nifedipina e candesartan cilexetil non ha effetto sulla farmacocinetica dei due farmaci. La co- somministrazione di nifedipina e irbesartan non ha effetto sulla farmacocinetica di irbesartan. La valutazione dei valori urinari dell'acido vanil-mandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina, puo' evidenziare falsi incrementi dell'acido stesso. Tali valori non vengono invece modificati utilizzando il metodo HPLC.

Effetti indesiderati

Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (dati tratti dal data base di studi clinici: nifedipina n = 2.661; placebo n = 1.486; status: 22 febbraio 2006 - e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n = 3.825; placebo n = 3.840). Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%). Le reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono elencate di seguito. Le frequenze sono definite come: comune (>= 1/100, <1/10); non comune (>= 1/1.000, <1/100) e raro (>= 1/10.000, < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e per le quali non e' stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica, edema allergico/angioedema (incl. edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita); raro: prurito, orticaria, eruzione cutanea; non nota: reazione anafilattica/anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioni ansiose, disturbi del sonno. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: iperglicemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: vertigine, emicrania, capogiro, tremore; raro: parestesia/disestesia; non nota: ipoestesia, sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi visivi; non nota: dolore toracico (angina pectoris). Patologie cardiache. Non comune: tachicardia, palpitazioni; non nota: disturbo oculare. Patologie vascolari. Comune: edema (incluso edema periferico), vasodilatazione; non comune: ipotensione, sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: epistassi, congestione nasale; non nota: dispnea. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione; non comune: dolore gastrointestinale e addominale, nausea, dispepsia, flatulenza, bocca secca; raro: iperplasia gengivale; non nota: bezoari, disfagia, ostruzione, intestinale, ulcera intestinale, vomito, insufficienza dello sfintere gastroesofageo. Patologie epatobiliari. Non comune: incremento transitorio degli enzimi epatici; non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eritema; non nota: necrolisi epidermica tossica; reazione fotoallergica; porpora palpabile. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari, gonfiore articolare; non nota: artralgia, mialgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: poliuria, disuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sensazione di malessere; non comune: dolore aspecifico, brividi. Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo' verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa.

Gravidanza e allattamento

La nifedipina e' controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza. La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche. In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina devono essere considerati come possibile causa.