Sintesi del foglietto illustrativo di 011782012 - SINTROM*20CPR 4MG

Denominazione

SINTROM COMPRESSE

Categoria farmacoterapeutica

Antitrombotici. Antagonisti della vitamina K.

Principi attivi

3-[alfa-(4-nitrofenil)-beta-acetil-etil]-4-idrossicumarina (=acenocumarolo) come miscela racemica. Acenocumarolo e' un derivato della 4-idrossicumarina.

Eccipienti

Compresse da 1 mg: silice colloidale anidra; ipromellosa; lattosio monoidrato; magnesio stearato; amido di mais; talco. Compresse da 4 mg: silice colloidale anidra; lattosio monoidrato; magnesio stearato; amido di mais; amido di mais pregelatinizzato.

Indicazioni

Trattamento e prevenzione di affezioni tromboemboliche.

Controindicazioni/eff.secondar

Ipersensibilita' al principio attivo, ai derivati cumarinici correlati o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza. Generalmente controindicato durante l'allattamento. Mancanza di cooperazione da parte del paziente (p.es. pazienti non sottoposti a stretta sorveglianza, anziani, alcolisti e pazienti con disturbi psichiatrici). Sintrom e' controindicato anche in tutti gli stati patologici nei quali il rischio di emorragia e' maggiore del possibile beneficio clinico, per esempio: diatesi emorragica e/o discrasia ematica; subito prima o dopo interventi chirurgici sul sistema nervoso centrale, nonche' operazioni oftalmiche e chirurgia traumatizzante con ampia esposizione di tessuti; ulcera peptica o in presenza di emorragia nel tratto gastrointestinale, nel tratto urogenitale o nel sistema respiratorio, nonche' in caso di emorragie cerebrovascolari, pericardite acuta e versamenti pericardici, ed endocardite batterica; grave ipertensione, gravi malattie epatiche o renali; aumentata attivita' fibrinolitica come dopo operazioni su polmoni, prostata, utero, ecc. e nelle pancreatiti acute; grave insufficienza circolatoria con stasi epatica. Preparazioni a base di Hypericum perforatum non devono essere assunte in contemporanea con medicinali contenenti acenocumarolo, a causa del rischio di decremento dei livelli plasmatici e di diminuzione dell'efficacia terapeutica di acenocumarolo.

Posologia

Regole generali: la sensibilita' agli anticoagulanti varia da paziente a paziente e puo' anche fluttuare nel corso del trattamento. La dose deve quindi essere individualizzata secondo la risposta del paziente al farmaco, come indicato dal monitoraggio del tempo di protrombina (PT), meglio se espresso secondo il Rapporto Internazionale Normalizzato (International Normalised Ratio = INR). Pertanto e' essenziale effettuare regolari analisi della coagulazione e adattare la posologia sulla base dei risultati forniti da tali analisi. Se cio' non e' possibile, il farmaco non deve essere utilizzato. La posologia giornaliera dovrebbe essere sempre prescritta come una dose singola, e sempre assunta alla stessa ora ogni giorno. Per l'adattamento del dosaggio alle varie condizioni cliniche si confrontino gli altri paragrafi. Il prodotto e' disponibile in forma di compresse da 1 e 4 mg. Per l'assunzione di basse dosi si consiglia di utilizzare le compresse da 1 mg che consentono una maggiore accuratezza del dosaggio. Dosaggio iniziale: se i valori di PT (o dell'/INR) prima dell'inizio del trattamento sono entro valori normali, il dosaggio raccomandato e' in genere il seguente: primo giorno 4 (-12) mg; secondo giorno 4 (-8) mg. Se i valori di PT (o dell'INR) sono inizialmente al di fuori del range di normalita', il trattamento deve essere iniziato con estrema cautela. Terapia di mantenimento ed analisi della coagulazione: in considerazione delle marcate differenze individuali osservate, la dose di mantenimento va stabilita sulla base dei risultati delle analisi di laboratorio effettuate periodicamente per determinare il tempo di coagulazione ematica del paziente. Un accurato aggiustamento della dose individuale di mantenimento puo' essere ottenuto soltanto mediante attento monitoraggio dei valori di PT (o dell'INR) a intervalli regolari, p. es. una volta al mese, in modo da evitare possibili fluttuazioni (scostamenti dall'intervallo terapeutico). In funzione dei valori di PT (o dell'INR), nonche' del singolo paziente e della natura della sua malattia, la dose di mantenimento varia generalmente tra 1 e 8 mg al giorno. Sia prima dell'inizio del trattamento che dopo, fino a che il valore della coagulazione si stabilizza entro i valori ottimali, la misurazione del PT (o dell'INR) deve essere effettuata giornalmente in ospedale. L'intervallo tra le misurazioni puo' in seguito venire allungato. Si raccomanda di effettuare i prelievi di sangue per le analisi di laboratorio alla stessa ora ogni giorno. Per finalita' di standardizzazione e' stato introdotto il valore INR (International Normalised Ratio) che, con l'aiuto di tromboplastine calibrate, rende possibile confrontare valori ottenuti in laboratori differenti. L'INR e' il rapporto tra il tempo di protrombina del plasma in esame e quello di un controllo normale, elevato alla potenza del valore specifico "Indice Internazioanale di Sensibilita'", come determinato per la tromboplastina di riferimento utilizzando il procedimento dell'OMS. Quando il tempo di protrombina (PT) del sangue del paziente aumenta l'INR diventa piu' elevato. In base al quadro clinico, l'intervallo terapeutico da raggiungersi si trova generalmente a valori di INR compresi tra 2,0 e 4,5; entro questo intervallo la maggioranza dei pazienti trattati non manifesta ne' una ricomparsa della trombosi, ne' una qualsiasi complicazione emorragica grave. Dopo la sospensione del trattamento con il farmaco non vi e' generalmente alcun pericolo di ipercoagulabilita' reattiva e pertanto nessun bisogno di diminuire gradualmente il dosaggio in caso di interruzione del trattamento. Tuttavia e' stato osservato che in casi estremamente rari ed in alcuni pazienti ad alto rischio (p. es. dopo infarto miocardico) puo' verificarsi "ipercoagulabilita' di rimbalzo". In tali pazienti la sospensione della terapia anticoagulante va effettuata gradualmente. Nei bambini l'esperienza con anticoagulanti orali, incluso l'acenocumarolo, e' limitata. Si raccomanda particolare attenzione e un frequente monitoraggio del tempo di protrombina e dell'INR. I pazienti anziani sottoposti a terapia con anticoagulanti orali devono essere attentamente monitorati.

Conservazione

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

Avvertenze

E' necessaria una stretta sorveglianza medica nei casi in cui condizioni o malattie possono ridurre il legame alle proteine del medicinale; ad esempio, tireotossicosi, tumori, malattie renali, infezioni e infiammazione. In pazienti con funzionalita' epatica compromessa e' richiesta particolare cautela in quanto anche la produzione dei fattori della coagulazione puo' venire alterata o potrebbe essere latente una disfunzione piastrinica di base. I disturbi dell'assorbimento gastrointestinale possono alterare l'effetto anticoagulante del farmaco. In caso di grave insufficienza cardiaca si deve adottare uno schema posologico estremamente cauto, poiche' l'attivazione o la gamma-carbossilazione dei fattori della coagulazione puo' venire ridotta in caso di congestione epatica. Allo stadio di ricompensazione, tuttavia, puo' essere necessario elevare il dosaggio. Si deve esercitare particolare cautela in pazienti che presentano una conosciuta o sospetta deficienza di proteina C o di proteina S (es: emorragia anomala in seguito a una ferita). Nei pazienti anziani la terapia con anticoagulanti deve essere attentamente controllata. Durante il trattamento con anticoagulanti le iniezioni intramuscolari possono causare ematomi e sono pertanto controindicate. Le iniezioni endovenose e sottocutanee, d'altro canto, non portano a tali complicazioni. Quando interventi diagnostici o terapeutici (p.es. angiografia, puntura lombare, chirurgia minore, estrazioni dentali, ecc.) rendono necessaria la diminuzione del PT/INR, tale operazione va effettuata con estrema cautela. Il medicinale contiene lattosio.

Interazioni

Ci sono molte possibili interazioni tra i cumarinici e gli altri farmaci. I meccanismi importanti coinvolti in tali interazioni includono: disturbi dell'assorbimento, inibizione o induzione del sistema di metabolismo enzimatico (principalmente CYP2C9) e ridotta disponibilita' della vitamina K necessaria per la gamma-carbossilazione dei fattori del complesso protrombina. E' importante notare che alcuni farmaci possono interagire con piu' di un meccanismo. Ogni terapia puo' comportare il rischio di interazioni sebbene non tutte le interazioni siano significative. Di qui la necessita' di attenta sorveglianza e di frequenti esami della coagulazione (p.es. due volte alla settimana) quando si prescriva per la prima volta un qualsiasi farmaco in combinazione con il farmaco o nel caso si sospenda un farmaco somministrato contemporaneamente. Effetti degli altri farmaci su acenocumarolo. I seguenti farmaci potenziano l'effetto anticoagulante di acenocumarolo e\o alterano l'emostasi e quindi aumentano il rischio di emorragia: eparina inibitori dell'aggregazione piastrinica quali acido salicilico e suoi derivati, fenilbutazone o altri derivati pirazolonici, altri farmaci antiinfiammatori non steroidei, inclusi gli inibitori della ciclossigenasi-2, metilprednisolone ad alte dosi intravenose. L'uso del farmaco associato a tali sostanze non e' pertanto consigliato. In caso di impiego in combinazione con questi farmaci, devono essere eseguiti con maggiore frequenza i test di coagulazione. I seguenti farmaci possono potenziare l'effetto anticoagulante di acenocumarolo: allopurinolo, steroidi anabolizzanti, androgeni, agenti antiaritmici, antibiotici, cefalosporine di seconda e terza generazione, cloramfenicolo, eritromicina, fluorochinoloni, neomicina, tetracicline, cimetidina, disulfiram, acido etacrinico, fibrati, glucagone, derivati imidazolici, paracetamolo, inibitori selettivi del reuptake della serotonina, statine, sulfonamidi, compreso co-trimoxazolo, sulfaniluree, ormoni tiroidei (compresa destrotirossina), tamoxifene e tramadolo. Corticosteroidi. E' stato anche riportato che i corticosteroidi diminuiscono l'effetto anticoagulante dei derivati cumarinici. Gli inibitori del CYP2C9 possono potenziare l'effetto anticoagulante di acenocumarolo. I seguenti farmaci possono diminuire l'effetto anticoagulante di acenocumarolo: aminoglutetimide, farmaci antineoplastici (azatioprina, 6-mercaptopurina), barbiturici, carbamazepina, colestiramina, inibitori dell'HIV proteasi, griseofulvina, contraccettivi orali, rifampicina e "Erba di san Giovanni"\"Hypericum perforatum" (quest'interazione e' stato descritta con warfarin e fenprocumone e non puo' essere esclusa con acenocumarolo). L'efficacia terapeutica di acenocumarolo potrebbe essere ridotta dalla somministrazione contemporanea di preparazioni a base di Hypericum perforatum. Cio' a seguito dell'induzione degli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci da parte di tali preparazioni che pertanto non devono essere somministrate in concomitanza con acenocumarolo. L'effetto di induzione puo' persistere per almeno due settimane dopo l'interruzione del trattamento con prodotti a base di Hypericum perforatum. Se un paziente sta assumendo in concomitanza con acenocumarolo prodotti a base di Hypericum perforatum i valori di INR devono essere controllati e la terapia con questi ultimi deve essere interrotta. Monitorare attentamente i valori di INR, in quanto questi potrebbero aumentare dopo l'interruzione dell'assunzione di Hypericum perforatum. Il dosaggio di acenocumarolo potrebbe necessitare di un aggiustamento. Gli induttori di CYP2C9, CYP2C19 o CYP3A4 possono diminuire l'effetto anticoagulante di acenocumarolo. Poiche' ne' la gravita', ne' i primi sintomi di interazioni possono essere previsti, i pazienti che assumono il farmaco, specialmente se affetti da disfunzioni epatiche, devono astenersi dall'abuso di alcool. Effetti di acenocumarolo su altri farmaci: durante il trattamento con derivati idantoinici (come la fenitoina), puo' aumentare la concentrazione sierica dell'idantoina. Durante il concomitante trattamento con i derivati della sulfanilurea puo' aumentare l'effetto ipoglicemizzante di tali farmaci.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse sono listate secondo frequenza: molto comune: (>= 1/10); comune (>= 1/100 - < 1/10), non comune (>= 1/1000 - <1/100); raro (>= 1/10000 - < 1/1000); molto raro (< 1/10000), inclusi casi isolati. Emorragie In base al dosaggio, all'eta' del paziente ed alla natura della malattia di base (ma non alla durata del trattamento), le complicazioni piu' frequentemente riportate sono state le emorragie in diverse parti del corpo. Disturbi del sistema immunitario. raro: reazioni allergiche (es.: orticaria, rash). Patologie vascolari. Molto raro: vasculite. Patologie gastrointestinali. Raro: perdita di appetito, nausea, vomito. Patologie epatobiliari. Molto raro: danno epatico. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: alopecia; molto raro: necrosi cutanea emorragica (normalmente associata a deficit congenito di Proteina C o del suo cofattore proteina S).

Gravidanza e allattamento

Il farmaco puo' essere associato a malformazioni congenite dell'embrione. E' quindi controindicato durante la gravidanza. Nelle donne in eta' fertile sono necessarie misure contraccettive durante il trattamento con il prodotto. L'uso del medicinale da parte della madre puo' causare effetti indesiderati nel lattante; pertanto e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o il trattamento con il medicinale, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.